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Nasce a Rosario di Santa Fé, in Argentina, il 19 febbraio 1899, da genitori di origine italiana.

Dopo aver concluso gli studi di Maestro Edile in Italia, nel 1921 torna in Argentina e lavora al fianco del padre nell’atelier di scultura.

Nel 1928 torna in Italia per frequentare l’Accademia di Brera. Negli anni seguenti inizia ad interessarsi anche alla ceramica.

All’inizio del 1940 si stabilisce a Buenos Aires dove lavora intensamente e vince vari concorsi di scultura. Professore di modellato alla Scuola di Belle Arti, nel 1946 organizza con altri una scuola d’arte privata: l’Accademia di Altamira che diventa un importante centro di promozione culturale. E’ proprio qui che, in contatto con giovani artisti e intellettuali, elabora le teorie di ricerca artistica che portano alla pubblicazione del Manifiesto Blanco.
Rientrato a Milano nell’aprile del 1947, Fontana fonda il “Movimento spaziale” e, con altri artisti e intellettuali, pubblica il Primo Manifesto dello Spazialismo. Riprende l’attività di ceramista ad Albisola e la collaborazione con gli architetti. L’anno seguente vede l’uscita del Secondo Manifesto dello Spazialismo. Nel 1949 espone alla Galleria del Naviglio l’Ambiente spaziale a luce nera suscitando al tempo stesso grande entusiasmo e scalpore.
Nello stesso anno nasce la sua invenzione più originale quando, forse spinto dalla sua origine di scultore, alla ricerca di una terza dimensione realizza i primi quadri forando le tele.

Mostre e partecipazioni a manifestazioni internazionali si susseguono a ritmo sempre più intenso: i musei, le gallerie e i collezionisti più sensibili acquistano le sue opere.

Lasciata Milano e trasferitosi a Comabbio, paese d’origine della sua famiglia di cui aveva restaurato la vecchia casa colonica, muore il 7 settembre 1968.

 

(Estratto dalla biografia della Fondazione Lucio Fontana www.fondazioneluciofontana.it )